Protagonisti della danza: Merce Cunningham
Merce Cunningham (Washington 1919- New York 2009)

Il ballerino Merce Cunningham
Il lavoro di Merce Cunnigham si è sviluppato in modo davvero virale, in completo accordo con il clima che si respirava a New York sul finire degli anni Cinquanta. E’ difatti con la pratica degli happenings che Cunningham caratterizza il proprio lavoro di ricerca. Non a caso la Merce Cunningham Dance Company (fondata a New York nel 1953) ricorrerà costantemente a collaborazioni d’eccezione, con artisti e compositori di fama internazionale: John Cage, Andy Warhol, Jasper Johns, Erik Satie, Robert Ruschenberg, Frank Stella, Robert Morris. Il percorso di studio di Merce Cunningham ha inizio sul finire degli anni venti; il coreografo inizia con lo studiare danza a soli dieci anni, cimentandosi con il tip tap e con la danza di carattere russa presso la scuola di Washington diretta da Maude M. Barrett.
E’ nel 1937 che Cunnigham e John Cage si conoscono, entrambi allievi della scuola di recitazione Cornish School di Seattle. Da quel momento, il sodalizio tra questi due grandi artisti si rivelerà davvero proficuo e di lunga durata. A Seattle i due vengono influenzati dagli studi di Nancy Wilson Ross sulla cultura zen e sul buddismo. In questo periodo formativo, per Cunningham, è certamente importante anche l’incontro con Martha Graham, che lo invita ad entrare nella sua compagnia e a trasferirsi a New York (1939). Il ballerino coprirà sin dall’inizio ruoli di rilievo all’interno di questa compagnia, con la quale collaborerà fino al 1945. In questo periodo, oltre a cimentarsi con la più importante compagnia della Modern Dance americana, Cunningham studia parallelamente anche il balletto classico, presso la scuola dell’American Ballet con Anatole Oboukhov e Pierre Vladimirov. Sono del 1943-44 i primi lavori che Merce Cunningham presenta al pubblico in collaborazione con John Cage: In the Name of Holocaust, Shimmera, Triple-Placed, Root of Unfocus, Tossed as it is Untroubled, tutti liberamente ispirati dalla lettura di James Joyce. Già da questi primi lavori si nota la tendenza dei due grandi artisti a comporre in modo autonomo e allo stesso tempo interdipendente le loro partiture. Difatti, durante gli spettacoli, la coreografia e le musiche s’intersecano e convergono, mentre, in altri momenti, ognuna segue un suo sviluppo del tutto autonomo. Questo carattere aperto, basato sulle tecniche dell’improvvisazione, prenderà piena consapevolezza con gli spettacoli che Merce Cunningham e John Cage inizieranno a presentare dopo il 1947.

Spettacolo con Merce Cunningham
Con The Season, Music of Changes, Imaginary Landscape n. 4 e Sixteen Dances for Soloist and Company of Three il metodo di lavoro si rifà al concetto dell’aleatorietà. L’ispirazione viene dallo studio del’antico libro cinese dell’I Ching, dove, appunto, il lancio di tre monete produce un simbolo che ha una sottoscrittura di riferimento. Ecco che i ballerini in Sixteeen Dancers for Soloist and Company of Three (1951) hanno studiato un repertorio di movimenti che vengono messi in sequenza durante lo spettacolo stesso, a seconda del risultato del lancio delle tre monete. La casualità diventa quindi l’elemento fondante degli spettacoli. La distanza dalla caratterializzazione psichico-emotiva e dallo studio di coreografie già definite, tipiche della tradizione della Modern Dance di Martha Graham e Doris Humprey è netta. L’analogia con quel che stava accadendo nelle arti visive, con i dripping paintings di Jackson Pollock e i combine paintings di Robert Rauschenberg è evidente. Nell’estate del 1952 Merce Cunningham, Robert Rauscheberg, John Cage e Charles Olson realizzano degli happenigs al Black Mountain College dove ogni artista diventa un performer che contribuisce alla realizzazione dell’evento in modo autonomo ma simultaneo. L’unico elemento prestabilito che strutturava l’happening era il tempo. Venivano stabiliti degli intervalli, o sequenze temporali, entro i quali sviluppare il proprio discorso creativo (fortissima l’influenza di John Cage in questo). La ricerca sul movimento dei ballerini aveva portato Merce Cunnigham a sviluppare una danza plastica, molto fisica, dove il ballerino si muove nello spazio senza prediligere la centralità o la caratterizzazione interpretativa. Il corpo diventa un “agitatore plastico-spaziale”. Probabilmente lo studio della danza classica e di carattere russa hanno avuto una forte influenza su questa scelta di Merce Cunnigham. La Merce Cunningham Dance School (MCDC) trova un teatro di riferimento Off Brodway, dove si esibisce fino al 1963. La fortuna critica tarderà ad arrivare e il riconoscimento del lavoro artistico di questa compagnia sarà la conseguenza di un forte successo di critica che la MCDC riscontrerà in Europa. Di questi anni sono Suite by Chance, 1953, Minutiae, 1954; Suite for Five in Space and Time (1956) e Nocturnes, su musiche di Erik Satie.

il ballerino Merce Cunningham
Del 1958 è uno dei lavori migliori prodotti da Merce Cunnigham: Summerspace, con musiche di Feldman. In questi anni la compagnia parte a bordo di un furgone volkswagen e porta in India, Giappone e Tailandia i propri spettacoli. Saranno in Italia nel 1960, ospiti della Biennale di Venezia, esibendosi al teatro La Fenice. La consacrazione del lavoro di Merce Cunningham avverrà di lì a poco, nel 1966, durante il secondo tour europeo. Sarà premiato a Parigi, dove vince la medaglia d’oro al Festival international de la Dance con Place (musiche di Gordon Mumma). Finalmente i tempi sono maturi per il riconoscimento professionale anche negli Stati Uniti: nel 1968 la MCDC ha la stagione teatrale presso la prestigiosa Brooklyn Academy of Music di New York City. Di questo anno sono Rainforest e Walkaround Time. Da questo momento la compagnia, attivissima, si esibisce sia negli Stati Uniti che in Europa, riscontrando un notevole successo. Del 1973 è Un jour ou deux, presentato all’Opera di Parigi, l’anno successivo presenta Changing Steps. Del 1979 invece è Roadrunners, presentato in occasione dell’American Dancing Festival di Durham. La sperimentazione continua sui mezzi e sulle modalità espressive è evidente in Locale, un balletto interamente filmato (1979). Nel 1982 MCDC è ancora a Parigi. Merce Cunningham trionfa al Salomn d’Automne; l’anno sucessivo è anche in Italia, al teatro Olimpico di Roma, dove presenta per una settimana consecutiva i famosi Events. La struttura aperta degli Events fa si che le repliche non siano mai uguali, dove lo sviluppo coreutico del balletto è interdipendente alle caratteristiche dello spazio scenico.
Gli Events quindi possono essere rappresentati sia in spazi tradizionali come i teatri, ma anche all’interno di hangar, palestre, musei, gallerie d’arte, scuole. La coreografia è decisa giorno per giorno, in base, appunto, allo spazio dove prenderà luogo. I movimenti quindi non hanno una struttura prestabilita chiusa, ma sono il risultato dell’interagire del ballerino con lo spazio dove si muove. La danza è sempre accompagnata da suoni, non musiche, che si realizzano nel mentre dello spettacolo, in modo autonomo ma assolutamente concreto. E’ questo l’aspetto che davvero deriva dalle esperienze fluxus e dagli happenings degli anni sessanta newyorkesi. Il principio dell’aleatorietà è veramente l’aspetto più fondante e sinceramente innovativo dell’estetica di Merce Cunningham. E’ così che l’accompagnamento sonoro a uno stesso spettacolo può variare da una replica a un’altra. Allo stesso modo gli altri elementi scenici, quali i costumi e le scenografie, sviluppano il proprio codice estetico in modo autonomo e concreto.

Merce Cunningham
Non accompagnano la danza, ma sono elementi che concretamente partecipano allo spettacolo. Evidente l’influenza di Jasper Johns che dal 1967 diventa consulente artistico della Merce Cunningham Dance Company. Sotto la sua direzione artisti davvero eccellenti realizzano consulenze per gli spettacoli della compagnia. Nel 1967 è Frank Stella per Scrumble; nel 1968 Andy Warhol per Rainforest, l’anno seguente Robert Morris per Canfield; nel 1970 Neil Jenney per Objects. Di questi anni è anche l’interpretazione di una delle più complesse e contemporanee opere d’arte del XX sec: The Large Glass di Marcel Duchamp, che costituirà uno degli elementi scenici per Walkaround Time del 1968.La tendenza a considerare la danza nei suoi aspetti più concreti, fisici e plastici fa si che la compagnia di Merce Cunningham proponga sempre più spettacoli dove i ballerini danzano secondo un tecnicismo davvero estremo, dove il corpo esplora al massimo le sue capacità di movimento nello spazio, senza seguire direzioni prestabilite. Nasce così la danza postmoderna, o post modern dance.
bibliografia essenziale:
Cunningham, Merce Changes/Notes on Choreography. Something Else Press, 1968 . Cunningham, M. and Lesschaeve, J. The Dancer and the Dance. Marion Boyars Publishers, 1992.
Leonetta Bentivoglio, La Danza Contemporanea, Longanesi, 1985.
Bremser, M. (Ed) Fifty Contemporary Choreographers. Routledge.1999.
Vaughan, David Merce Cunningham: Fifty Years. Aperture,1999.
Kostelanetz, R. Merce Cunningham: Dancing in Space and Time. Da Capo Press.1998
Vaughan, D. and Cunningham, M. Other Animals. Aperture, 2002.
Brown, Carolyn Chance and Circumstance Twenty Years with Cage and Cunningham. Alfred A. Knopf. 2007