Protagonista della danza: Paul Taylor
Paul Taylor (1930, Wilkinsburg, Pennsylvania, USA)

ballerino Paul Taylor
Prima di intraprendere lo studio della modern dance, a New York City, Paul Taylor si dedica allo studio delle arti visive e della pittura, oltre che del nuoto, presso la Syracuse Univeristy, nello stato di New York dove si diploma. Il legame con le arti visive e con la pittura è importante nello sviluppo dello stile di questo coreografo che stringerà collaborazioni con tre artisti d’eccezione quali Robert Rauschenberg, Jasper Johns e Alex Katz. Lo studio della danza per Paul inizia nel 1953 presso la Juilliard School; prende lezioni anche nei corsi di Martha Graham e in quelli della scuola della Metropolitan Opera, dove ha l’occasione di incontrare e seguire gli insegnamenti di Anthony Tudor. Nello stesso anno inizia a ballare come professionista con la compagnia di Merce Cunningham, partecipando quella stessa estate all’importante stagione presso il Black Mountain College. Nel 1954 lascia la compagnia diretta da Cunningham per fondarne una propria, piccola , la Paul Taylor Dance Company. L’ anno sucessivo si apre invece a una collaborazione con la compagnia di Martha Graham che durerà fino al 1961. Durante questo periodo si distingue come ballerino per l’interpretazione di importanti ruoli solistici, come ad esempio in Episodes, 1959, uno dei lavori più importanti a firma di Geroge Balanchine e Martha Graham. Lo stile coreutico di Paul Taylor è difficile a definirsi perché non è assimilabile né all’espressionismo di certa Modern dance di discendenza “grahamiana”, né alla linea “spersonalizzante” che in quegli anni portavano avanti, sempre a New York, coreografi quali Alwin Nikolais e Murray Louis.
I lavori di Taylor riscuotono molto successo sin dai primi anni Sessanta: nel 1963 , a Spoleto presenta The Red Room; lo stesso anno vince la medaglia d’oro come miglior coreografo al Festival de la Danse de Paris. L’attenzione alla visione d’insieme dello spettacolo è una delle prerogative dello stile di questo coreografo; ecco che gli altri elementi scenici, oltre alla danza, sono frutto di fortunate e attente collaborazioni con artisti davvero importanti. E’ il ca

Merce Cunningham, Erick Hawkins, Paul Taylor, Yvonne
so di Three Epitaphs, 1960, dove Robert Rauschenberg disegna i costumi di ballerini, facendoli scomparire dietro delle vesti completamente nere, però ricoperte da piccoli specchi, che, animandosi, creano giochi di luce davvero sorprendenti. Ma è altrettanto importante la tecnica di danza usata dai performer: si compiono balzi, salti, piroette, flessioni , privilegiando la successione dei movimento, in un continuum davvero energico, fluido. In Piece Period, 1962, la tendenza a mescolare elementi apparentemente distanti e inconciliabili quali la modern dance, il balletto e la danza tradizionale o di carattere è evidente. Si capisce perchè le coreografie di questa compagnia spesso sono accompagnate da musiche molto coinvolgenti, a volte tratte da un repertorio classico- è il caso di Orbs, 1966, musiche di Beethoven- oppure realizzate da musicisti contemporanei quali David Tudor. Di questo periodo sono From Sea to shining Sea, 1965; Big Bertha Lento e Public Domain, 1967; Private Domain, 1969. L’influenza di Merce Cunningham si fa invece sentire in Duet, 1964, dove la scena è affidata a due soli ballerini che, immobili, fissano il pubblico (l’uno in piedi, l’altro seduto) e il senso dell’azione e del movimento sono dati unicamente dal rumore prodotto dalle pale di un ventilatore.
Definito dalla Graham come il “naughty boy” della danza, questo personaggio certamente si è distinto per la capacità di saper rielaborare, in una forma del tutto personale, modalità espressive fra loro molto lontane, mischiando per l’appunto gli insegnamenti di Martha Graham, Anthony Tudor e Merce Cunningham. Dal 1974 Paul Taylor ha smesso di ballare, per concentrarsi esclusivamente nell’attività coreutica per la propria compagnia, che a tutt’oggi segue e dirige.
bibliografia essenziale
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