Il Balletto classico: Le Corseire e Giselle
Le Corsaire

Corsaire Balletto classico
Balletto pantomimico in tre atti. Coreografia di Ioseph Mazilier. Musica di Adolphe Adam. Libretto di Jules Henri Vernoy de Saint-Georges e Joseph Mazilter (da Byron). Scene di Edouard Despléchin, Charles Cambon, Joseph Thierry e Martin. Costumi di Albert. Macchine di Sacré. Parigi, Opéra, 23 gennaio 1856. Interpreti: Carolina Rosati (Medora), Domenico Segarelli (Conrad), Claudina Cucchi (Gulnare), Louise Marquet (Zulmea), M. Dauty (Seyd Pascià).
L’ARGOMENTO. Medora, giovane greca, viene venduta a Seyd Pascià dal mercante di schiavi Isaac, che non ha resistito all’altissima offerta fattagli. Il pirata Conrad, rapisce Medora e le offre il suo amore accogliendola nel suo palazzo sotterraneo. Birbanto, capitano di Conrad, geloso del capo, riconsegna Medora ad Isaac, che la conduce nel palazzo di Seyd Pascià. Conrad, giuntovi con i suoi uomini camuffati, viene riconosciuto, catturato e condannato a morte. Per salvare la sua vita Medora finge di acconsentire alle nozze col pascià, mentre trama la fuga con l’aiuto della schiava Gulnare. Questa si sostituisce a Medora durante la cerimonia e si fa quindi dare l’anello nuziale; la sera, ripresa la sua parte, Medora danza per il pascià dopo essersi fatta consegnare le pistole e la spada. Sopraggiunge Conrad che conduce via Medora mentre Gulnare, esibendo l’anello, si dichiara sposa del pascià, La nave su cui Conrad e Medora stanno fuggendo è colpita da un uragano e affonda, ma i due amanti riescono miracolosamente a salvarsi approdando a uno scoglio.
Giselle

Il Balletto classico
Balletto in due atti. Coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot. Musica di Adolphe Adam. Libretto di Jules Henri Vernoy de Saint-Georges e Théophile Gautier. Scene di Pierre Ciceri. Costumi di Paul Lormier. Parigi. Opéra, 28 giugno 1841. Interpreti: Carlotta Grisi (Giselle), Lucien Petipa (Albrecht), Adèle Dumilàtre (Myrtha), M. Simon (Hilarion).
L’ARGOMENTO
Primo atto. In un vilIaggio della Renania medievale, il guardiacaccia Hilarion ama Giselle e freme di gelosia nei riguardi di Loys, sotto le cui mentite spoglie di popolano si nasconde il duca Albrecht. Questi compare per incontrarsi con Giselle, nascondendo la spada e allontanando il suo scudiero. La fanciulla esce di casa e accetta il tenero corteggiamento di Albrecht-Loys, che giura di amarla per confortarla del responso negativo di una margherita da lei sfogliata. Hilarion giunge e dichiara a Giselle il suo amore; respinto dalla giovane e scacciato da Albrecht, minaccia vendetta. Si aprono le danze dei contadini per la festa della vendemmia e Giselle vi prende parte con entusiasmo, nonostante l’apprensione della madre che narra come fanciulle morte danzando la vigilia delle nozze siano divenute Villi, bianchi fantasmi vaganti nei boschi al chiaro di luna. Le feste sono interrotte per accogliere il principe di Curlandia e sua figlia Bathilde col loro seguito, di ritorno dalla caccia. Giselle danza per la principessa, che le dona una collana e riparte coi suoi, mentre riprende la festa contadina. All’arrivo di Albrecht, Hilarion lo smaschera mostrando la spada trovata, e richiama col suono del corno i nobili cacciatori e la principessa Bathilde, fidanzata di Albrecht; questi, con finta disinvoltura e incurante di Giselle, offre il braccio a Bathilde giustificandosi come semplicemente desideroso di svago tra le danze campestri. Giselle, folgorata nel comprendere l’inganno, cade in stato di follia, vaneggia accennando passi di danza tra la costernazione dei presenti, sinché afferra la spada per trafiggersi e muore fra le braccia della madre, dinanzi ad Albrecht attonito e infine disperato. Secondo atto. A mezzanotte, nei pressi della tomba di Giselle, si intravvede Hilarion passare impaurito tra gli alberi circostanti. Appare Myrtha, spettrale regina delle Villi, che con un ramoscello sfiora ogni fiore bianco della foresta evocando cosi la sua corte di femminei fantasmi. Le Villi si apprestano danzando ad accogliere la nuova compagna, Giselle, che appare velata sulla sua tomba e s’inchina alla regina per poi iniziare a sua volta a danzare con esse. All’avvicinarsi di passi umani, le Villi svaniscono; è Albrecht, che dolente viene a spargere gigli sulla tomba della fanciulla troppo tardi amata. A un tratto, gli appare volteggiando la bianca immagine di Giselle, ed egli la segue allucinato tra gli alberi. Entra Hilarion ed è subito attorniato dalle Villi, che lo sospingono a morte dopo una danza folle. Al ritorno di Albrecht, Myrtha lo condanna alla stessa sorte di tutti coloro che cadono sotto lo spietato potere delle Villi, ma Giselle lo protegge presso la croce, implorando invano la gelida regina. Condannato a danzare fino allo stremo, Albrecht è però sostenuto con amore disperato da Giselle, finché le prime luci dell’alba impongono allo stuolo spettrale di ritirarsi. Giselle segue infine le compagne nel regno delle ombre, dopo aver rivolto l’amato verso la luce e la vita.